Dicono che l’amore è potente e non c’entra con l’uguaglianza nè con la diversità, l’amore c’entra solo con l’amore, non ha scuse né motivi di rimpianto né definizioni, è una fede senza prova, un dogma. Ora non esiste più il volersi bene, il respiro leggero, la bellezza: l’opera racconta questa mancanza, l’egoismo dell’uomo nei confronti della sua amata, di tutte le volte che qualcuno annulla la possibilità di stare assieme solo ridendo. Gli antichi pensavano che tutte le volte che l’uomo compisse gesta malvage, gli dei chiudessero in un tubo sia il sole che la luna, per lasciare gli umani al buio più completo, con la sola compagnia di incubi e rimorsi, e questo è l’eclissi, tutto durerà un istante e non tornerà mai più in vita. Nell’opera, il tubo illusorio degli antichi è costruito dalle ossa dell’avambraccio, tenuto da una spina d’oro, alle due estremità: un seno e per bilanciare dall’altra parte, una vagina/bocca, cucite, impotenti nell’urlo d’aiuto, lo sfondo è la pelle, con tutte le sue imperfezioni e ancora riporta l’ultimo messaggio dei due amanti: “ci vediamo domani e dopodomani e l’altro ancora e stasera al solito posto “. Per questo il finale è agghiacciante, direi senza speranza se non quello del ricordo, mentre il sole si eclissa. Non si può guardare questo atto malvagio ad occhio nudo;è comese si guardasse il fenomeno dell’eclissi dell’astro celeste ad occhio nudo e questo rende ciechi. La mancanza d’amore determina l’eclisse di sole che libera volontà umana distruttiva nel cosmo.